Descrizione
Originariamente (nel sec. XVI) era ubicata nella parte bassa dell’abitato, il terremoto la distrusse interamente; la ricostruzione avvenne nell’attuale sito, al centro del nuovo abitato, nel settore sud-ovest dei quattro canti.
L’impianto a croce greca fu disegnato subito dopo il terremoto del 1693, la costruzione fu però portata avanti per oltre un cinquantennio.
Le dimensioni stabilite furono di 33 metri per ogni asse della croce.
L’esterno, particolarmente interessante, è composto da una sinuosa facciata barocca costruita da tre corpi concavi di cui i due laterali sono coronati da celle campanarie.
La Chiesa si stacca dal prototipo gagliardano della facciata torre, modello tanto spesso usato nei piccoli centri iblei lungo tutto l’arco del Settecento, ma della scuola del Gagliardi porta notevoli segni: nella sagome del portale e delle nicchie, nei particolari decorativi e innanzitutto in quel frenetico movimento di tutto l’insieme.
L’interno è uno spazio dinamico, tipologicamente nuovo e raramente usato.
La volta della cupoletta ottogonale è un ricamo eccezionale di fregi, di affreschi, di stucchi.
L’affresco centrale raffigurante il trionfo di San Antonio è del Crestadoro così come gli altri riquadri e la lunetta di San Matteo.
La cupoletta della torre campanaria sinistra cadde in seguito al terremoto del 1908.
All’interno, in apposite nicchie si conservano pregevoli sculture del Settecento raffiguranti Santi cari alla devozione religiosa dei ferlesi.